domenica 16 dicembre 2007

ofidio e l'orso bernardo

Favola in 3 puntate di Gianfranco Cristofari e Mauro Valeri
Evviva!!! Finalmente la primavera! Ofidio il serpente era uscito dal suo letargo. Era finita l’ibernazione da rettile dovuta al freddo inverno. Ofidio il serpente strisciava libero e felice tra il prato ed i fiori, quando ad un certo punto la sua attenzione venne attratta da un bel bracciale luccicante tempestato di gemme preziose.
“Mamma mia che bello!” disse Ofidio; si guardò attorno per vedere se il bracciale era stato realmente perso dal suo proprietario, e, dopo un breve istante il furbo Ofidio se ne impadronì, e sguisciando all’interno del bracciale come se fosse un tubo, lo infilò. Il “tubo prezioso” gli calzava a pennello, proprio tra la base della testa e metà del suo corpo. “Ora sì che sono un vero signore di un certo rango! Ho veramente acquisito un valore ed una certa classe”, diceva Ofidio pavoneggiandosi.
Per due settimane ostentò il suo monile tra gli abitanti della prateria. Era così bello e prezioso adesso, che si sentiva veramente bene con se stesso.
Passava il tempo e Ofidio il serpente iniziò ad accusare dei dolori a livello della sua coda, ma non capiva il perché? Giorno dopo giorno i dolori non passavano ed ofidio il serpente non riusciva più a strisciare come un mese prima. Incontrò la sua vicina di tana, la Sora Mangusta, che gli disse “Ma cosa ti sei fatto alla coda?” “Mi fa male da giorni ma non capisco come mai”, disse Ofidio il serpente. “Se entri nella mia tana vedrai, Ofidio, ti farò i miei impacchi e i miei massaggi e ti assicuro non sentirai più niente”. “Mmmmhh…. Va bene!” rispose Ofidio. Il serpente si recò dalla Sora Mangusta per più giorni e per più volte al giorno ma i dolori non se ne andavano. “Basta! Questi dolori mi stanno avvelenando la vita, non posso continuare così” disse il serpente Ofidio “Andrò allo studio medico della dottoressa Poiana che si trova proprio sopra la mia tana!”. Il buon Ofidio prese appuntamento con la dottoressa Poiana e la settimana dopo andò alla visita.
...continua alla prossima puntuta

martedì 11 dicembre 2007





Questa è una bella immagine del nostro, tratta dal libro "L'alfabeto dei francesi" di Pino Settanni

gli esami non finiscono mai

E un bel giorno Alan (alla napoletana) si ritrovò davanti a san Pietro, per l’inevitabile esame finale.
-“Bacco?” – domandò il santo.
-“Scertamonte – rispose candido Alan – un buon Pommerol o un Chianti e, per finire un malto ben torbato”.
-“Tabacco?” “Rothmans blu, una stecca.”
-“Alla settimana?”
-“Al giorno!”
San Pietro sempre più perplesso sparò l’ultima domanda, la più importante.
-“E Venere?”
In quel momento si trovò a passare san Gennaro, e Alan:
-“Bonjour”
-“Ci conosciamo?”
-“Forse a Napoli – rispose il nostro accorgendosi dell’accento – ci ho lavorato, ma che avete?”
In effetti il patrono di Napoli aveva uno strano modo di girare la testa.
-“ ‘O vedite comme stongo, che dolore, sono quindici giorni che non mi posso muovere, sarrà freddezza ?”
-“Excusez moi” e delicatamente gli prese la testa fra le mani e…CRAC!
-“MADONNA D’O’ CARMINE – urlò il santo e poi, muovendo la testa cautamente – non tengo più dolore, che è succies’? Ma vuie site nù santo! Dovete venire con me, c’è la Madonna che sono tre mesi che ha una sciatica che manco Nostro Signore…”
E sottobraccio entrarono il grande portone, lasciando attonito san Pietro.
-“Nè Pietro, l’esame ci ‘o fernisce n’ata vota. Venite messiè, vi faccio conoscere a Totò…”

(Anonimo napoletano)

su questo blog...

...dove vorrei ritrovarmi con tutti quelli che hanno conosciuto Alain,che lo hanno amato, che si sono divertiti alle sue trovate.